Il diploma può rappresentare qualcosa di utile per fare carriera? Studiare, come sostengono alcuni, è una perdita di tempo o ai fini lavorativi ha un suo perché? Scopriamolo insieme.
Il mercato del lavoro
Al giorno d’oggi tutti possiamo constatare che trovare un posto nel mondo del lavoro non è facile come un tempo. Spesso, soprattutto se si è scelto di prendere qualche titolo di studio più specialistico (laurea triennale e magistrale) si è diventati troppo vecchi per ambire ad un certo impiego. Altrettanto spesso però se non si è in possesso almeno di un diploma non si può sperare di essere assunti per determinate mansioni. Insomma: studiare paga? Diciamo che la verità sta in mezzo: se è vero che a volte la laurea si consegue quando effettivamente si è un po’ troppo cresciutelli per iniziare una carriera (è ovviamente il caso dei fuori corso) è anche vero che quanto meno il diploma è necessario.
Esso permette di aver accesso alla stragrande maggioranza dei concorsi pubblici, di poter un giorno iscriversi a corsi di laurea professionalizzanti e di aumentare le proprie possibilità di trovare un impiego di un buon 80%. Tra l’altro, a seguito di recenti riforme, il diploma si raggiunge anche dopo aver effettuato degli stage grazie ai quali prendere i primi contatti con i datori di lavoro.
Il problema cambia un po’ quando a rincorrere questo titolo di studi non sono più i diciottenni. Una buona fetta della popolazione italiana infatti riesce a prendere il diploma dopo i trent’anni. Questo tipo di utente ha avuto modo di appurare in prima persona che determinate professioni, per esempio l’assicuratore, l’agente immobiliare o l’esaminatore per la patente B, non possono essere svolte da individui non diplomati. Inoltre, ammesso anche che si abbia un lavoro, non è possibile ottenere una promozione senza il titolo di studio qui in discussione.
Scuole che offrono maggiori prospettive lavorative
Sia che si sia giunti ormai all’ultimo anno delle medie sia che si tenti di ottenere il diploma da adulti la domanda che ci si pone è sempre la stessa: quale scuola scegliere? Prima di iscriversi bisognerebbe avere in proposito le idee abbastanza chiare. A tale scopo si potrebbe usufruire dei tanti servizi di orientamento offerti dagli istituiti o dei cosiddetti open day attivati durante l’anno accademico.
Le scuole tecniche e professionali garantiscono un impiego a circa il 38-39% dei loro alunni mentre i licei danno questa opportunità soltanto al 20% dei loro diplomati. Tale dato è comunque inficiato dal fatto che percentualmente il numero di ex liceali che decide di proseguire gli studi all’università è più alto rispetto a quello di studenti appartenenti ad altri indirizzi.
Gli istituti tecnici e professionali però danno modo ai loro studenti di trovare prima un impiego ed in molti casi di guadagnare più di quanto non possa fare un ex liceale. Gli stipendi medi, almeno in una fase iniziale, al giorno d’oggi si aggirano su quote di poco inferiori ai 1000 euro mensili per i diplomati provenienti dal liceo e dagli istituti tecnici, mentre superano questa soglia per chi ha conseguito il titolo in un istituto professionale. In media poi gli uomini vengono retribuiti più delle donne.
Differenze fra regioni e città
A questi risultati influisce molto anche il luogo. Non v’è dubbio che cercare lavoro in regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto o nelle grandi città metropolitane come Milano permette di aumentare le possibilità di trovarne uno, così come di poter guadagnare qualcosa in più. Magari, possibilità permettendo, potrebbe essere un ulteriore vantaggio quello di studiare in città come Milano così da avere già una discreta conoscenza del territorio e non doversi spostare successivamente. Per chi volesse scoprire il funzionamento dei corsi a Milano consiglio di leggere questa pagina https://www.formazionepiu.it/diploma/recupero-anni-scolastici/recupero-anni-scolastici-milano.htm.
I disoccupati ad un anno dal diploma sono inoltre soprattutto gli studenti provenienti da istituti professionali, seguono però a ruota i liceali.
I lavori più cercati
L’attuale mercato del lavoro infine deve fare i conti anche con il paradosso dei diplomi introvabili. Alcune qualifiche parecchio ricercate sembrano infatti essere sparite dalla circolazione. Parliamo qui di titoli di studio affini al mondo della termoidraulica, all’ambito delle belle arti, del tessile e della moda. Molto richiesti, anche se comunque in misura inferiore, sono i diplomati in settori amministrativi e commerciali, quelli provenienti da scuole alberghiere o ad indirizzo turistico e quelli aventi a che fare con il settore meccanico. Non male l’ambito tecnico ed industriale e quello socio-sanitario. Anche in questo caso quindi i licei (tranne per quanto riguarda gli istituti psicopedagogici ed ad indirizzo artistico) rappresentano il fanalino di coda.