Quando si è attivi nel mondo del lavoro e si è ancora piuttosto giovani, la pensione è un traguardo lontano al quale spesso non si vuole pensare. In realtà bisognerebbe cominciare a pensarci per tempo, anche perché esistono dei sistemi utili per aumentare l’importo della pensione.
Ognuno ha una propria vita lavorativa e contributiva che a un certo punto va considerata e approfondita per capire come sia meglio muoversi in vista della pensione. Sappiamo bene che molti italiani, a fronte di una vita di lavoro, si ritrovano con un assegno pensionistico molto basso, con il quale diventa difficile arrivare a fine mese.
In questo articolo ci soffermiamo sui modi che favoriscono un aumento della pensione, da applicare o meno al proprio caso personale e alla propria condizione lavorativa.
Consigli per aumentare la pensione
Non è detto che per ricevere una pensione sostanziosa si debba lavorare di più o versare più contributi. In alcuni casi si può accedere ad un assegno più consistente semplicemente valorizzando i contributi già versati oppure comunicando all’INPS la disdetta sulla trattenuta che viene versata ai sindacati, che riguarda ovviamente le persone iscritte al sindacato.
Tutti i cittadini possono controllare la propria posizione contributiva direttamente sul sito dell’INPS, inserendo le proprie credenziali. Inoltre è possibile conoscere a grandi linee quando si andrà in pensione e quanto si percepirà, tenendo conto del sistema pensionistico vigente.
Vediamo quali sono le strategie previste dalla legge per ottenere una pensione più corposa e soprattutto dignitosa, in grado di garantire una qualità della vita più elevata. Ovviamente ognuno di questi strumenti può rappresentare il sistema giusto per alcuni cittadini ma non per altri, in base alla propria situazione specifica.
Riscatto contributi
Il riscatto dei contributi consiste nel poter versare dei contributi che il lavoratore o chi per lui non ha versato in precedenza. In questo modo si ottengono due vantaggi: maturare in anticipo i requisiti per andare in pensione ed accrescere l’assegno pensionistico.
Il riscatto è previsto per periodi di aspettativa, cioè di astensione dal lavoro previsto dai contratti collettivi nazionali, di formazione e di studio quali la ricerca e la laurea, periodi di disoccupazione, di lavoro stagionale o part-time o per lavori all’estero.
Richiesta accredito contributi figurativi
I contributi figurativi sono quelli che interessano i periodi relativi ai contratti di solidarietà, infortunio e malattia, servizio militare, licenziamento politico, cassa integrazione, mobilità, congedi parentali (leggi le novità del nuovo congedo parentale INPS) e maternità, svolgimento di funzioni pubbliche.
Riguardano quei contributi che spettano al lavoratore che non li ha ricevuti per un errore, per determinati periodi della sua attività lavorativa. L’accredito deve essere richiesto tramite un’apposita domanda che l’ente previdenziale accoglie dopo aver accertato lo storico dei versamenti.
Pensione integrativa
Per aumentare l’importo della pensione molti lavoratori ricorrono ad una sorta di pensione privata chiamata pensione integrativa (qui un approfondimento). Si versano i contributi integrativi in un fondo privato che poi vanno a fare cumulo con la pensione pubblica.
In genere i lavoratori dipendenti fanno confluire al fondo privato il loro TFR, in modo che al termine del percorso lavorativo possono accedere ad un assegno pensionistico più consistente.
Cumulo contributivo
Il cumulo contributivo permette di recuperare i contributi versati in gestioni differenti e riunirli in un’unica cassa. E’ un sistema particolarmente vantaggioso che consente di usufruire di quei contributi che non si potrebbero inserire in un trattamento pensionistico perché non abbastanza elevati, che altrimenti non verrebbero utilizzati.
Il cumulo contributivo è gratuito e possibile anche per i liberi professionisti che versano i contributi in gestioni diverse, pagando in maniera autonoma la propria quota.
Ricongiunzione contributiva
Anche la ricongiunzione contributiva funziona in modo simile al sistema del cumulo contributivo permettendo di riunire insieme i contributi versati in gestioni differenti. L’unica differenza è che la pensione in questo caso viene erogata da una gestione sola, nella quale confluiscono i contributi derivanti da altre gestioni previdenziali.
Lavorare dopo la pensione
Molti cittadini intendono proseguire la loro attività lavorativa anche dopo aver raggiunto la soglia necessaria per andare in pensione. In questo caso è d’obbligo però attendere il riconoscimento della pensione, prima di intraprendere una qualsivoglia attività, autonoma o dipendente che sia.
Quando si comincia a ricevere l’assegno pensionistico si può rientrare nel mondo del lavoro, rispettando i limiti imposti dalla normativa e i requisiti richiesti. In alcuni casi, quando il reddito da lavoro è superiore a quello dell’assegno pensionistico, quest’ultimo viene decurtato, ma bisogna sempre analizzare ogni singola situazione e capire quale sia la soluzione migliore e più vantaggiosa per il lavoratore.
Pensione supplementare
Il libero professionista che negli anni di lavoro per svariati motivi non ha versato i contributi necessari o li ha versati in gestioni diverse e non riesce a raccoglierli in una sola cassa, ha diritto alla pensione supplementare. Gli viene corrisposta direttamente dall’INPS perché il lavoratore non può utilizzare altri metodi come il cumulo contributivo o la ricongiunzione contributiva.