La transazione energetica di cui sentiamo parlare ogni giorno cambierà nei prossimi decenni la vita degli abitanti del pianeta. Se fino ad oggi le materie prime utilizzate per la produzione di energia erano i combustibili fossili, il futuro va in un’altra direzione.

La forte spinta di tecnologie altamente innovative sempre più impiegate nella mobilità elettrica ed anche nelle energie rinnovabili, stanno accelerando la corsa alla decarbonizzazione. Le materie prime per far fronte a questa rivoluzione però richiedono un approvvigionamento superiore, tanto che in un rapporto della IEA viene evidenziato il problema della scarsità di materie prime che potrebbe diventare un serio problema.

In questo articolo affrontiamo meglio questo tema complesso, cercando di capire come la decarbonizzazione ed il passaggio all’uso di nuove energie comporti un forte impatto su più fronti.

Minerali e metalli protagonisti della transazione energetica

La svolta green che il mondo sta per affrontare, passa anche e soprattutto per l’approvigionamento di metalli e minerali che verranno impiegati in misura massiccia per sostituire carbone e petrolio. Nel sottosuolo sono presenti moltissimi minerali e metalli, distribuiti anche in quantità elevate in varie parti del mondo.

Il problema del loro reperimento e della loro lavorazione è quello che spaventa maggiormente. Oltre a questo fattore logistico vanno tenuti in considerazione anche i tempi di riproduzione dei minerali e l’impatto ambientale prodotto dalla loro estrazione dal sottosuolo.

Materie prime in funzione della transazione energetica

La corsa alla decarbonizzazione vede inevitabilmente aumentare la richiesta di alcuni metalli e minerali, già oggi ampiamente utilizzati per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Pensiamo a minerali come il cobalto, il litio, il rame, il nickel e le terre rare, impiegati per realizzare batterie, pannelli solari, turbine eoliche ed anche le automobili elettriche. Per questo motivo l’Europa ha pianificato un aggiornamento della strategia industriale, che mira raggiungere una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime rafforzando il mercato interno.

Vediamo quali sono le materie prime la cui richiesta nei prossimi anni sarà sempre maggiore.

Litio

Uno dei minerali il cui consumo e la cui richiesta negli anni a venire sarà sempre maggiore, si stima pari al 90%, è il litio. Questo elemento viene utilizzato prevalentemente per la realizzazione delle batterie insieme a manganese, grafite, nichel e cobalto. Riesce a garantirne una maggiore durata nel tempo e prestazioni più elevate.

Rame

La domanda di rame da parte dei Paesi in via di sviluppo è aumentata nell’ultimo decennio. Di conseguenza è aumentata anche la quotazione del prezzo del rame (come scritto in un articolo su quantomicosta a fine febbraio è arrivata a 9,5 euro al chilo) ed destinata ad aumentare ulteriormente di circa il 40%. Il rame è il materiale con le migliori caratteristiche di conducibilità, per cui è tra le materie prime più adatte all’impiego nei settori green. Viene usato nelle tecnologie legate alle reti elettriche, ai motori, ai cablaggi, ai moduli fotovoltaici, ai macchinari e ai superconduttori.

Nichel

Il nichel, e gli altri metalli che appartengono al suo gruppo e a quello del platino, sono utilizzati per realizzare le celle a combustibile, gli elettrolizzatori di idrogeno e le batterie. Sono meno noti del nichel ma fondamentali per queste produzioni il rodio, l’osmio, l’iridio, il palladio e il rutenio.

Platino

Anche il platino e le materie prime che fanno parte della sua famiglia come lo zirconio si riveleranno sempre più necessari nella transazione energetica perché sono quelli che servono alla produzione di idrogeno verde per poi trasformarlo in elettricità.

Alluminio

Più conosciuto e già ampiamente utilizzato, l’alluminio sarà un altro metallo che non conoscerà crisi, anzi per la sua leggerezza accrescerà la richiesta per produrre le carrozzerie e i telai delle macchine elettriche. Per il settore fotovoltaico aumenterà anche la richiesta di materiali come l’argento e il silicone.

Terre rare

Ci sono poi le terre rare, destinate ad un consumo sempre maggiore, si ipotizza pari al 40% in più rispetto ad oggi. Esse si impiegano per realizzare magneti permanenti che rientrano tra i componenti delle auto elettriche e delle turbine eoliche.

Cobalto

Infine anche lo sfruttamento del cobalto, altro elemento metallico ferromagnetico, vedrà una crescita vertiginosa, stimata in un + 60-70%. Possiamo quindi sottolineare come tutte le materie prime destinate all’utilizzo delle tecnologie sostenibili subiranno un’impennata verso l’alto, con una domanda in alcuni casi quattro volte superiore a quella odierna.

Altri materiali che servono per creare un prodotto tecnologico

Oltre ai minerali ed ai materiali più noti, utilizzati per produrre oggetti tecnologici di uso comune, ce ne sono molto altri, che quasi nessuno conosce. Sono fondamentali per creare chip, magneti, pannelli solari, ma anche schermi LCD, LED, supporti ottici riscrivibili, laser, hard disk e in molte altre lavorazioni.

Tutta la tecnologia che usiamo quotidianamente è composta da molti materiali diversi, e spesso in un solo pezzo, come ad esempio un chip, sono contenuti oltre 60 elementi differenti. Sentiamo sempre parlare di quelli più conosciuti e quasi mai di quelli più rari o meno comuni.

Tra le materie prime preziose per la transazione energetica giocano un ruolo importante l’indio, il tellurio, il gallio, il samario, il praseodimio, il neodimio, il lantanio. Altrettanto importanti sono materiali come il terbio, l’erbio e il disprosio. Alcuni di essi sono presenti in buone quantità nel sottosuolo o sono derivati dalla lavorazione di materiali più comuni, altri sono più rari come il tellurio, che si ricava dalla raffinazione del rame.

Categorie: Tecnologia

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