La relazione tra genitori e figli è un tema piuttosto dibattuto da sempre. Il periodo più difficile resta sicuramente quello dell’adolescenza, durante il quale il ragazzo non si sente compreso dall’adulto e tende a ribellarsi alle regole. La sua vita è governata dagli impulsi e possono essere frequenti gli scatti d’ira.

Sono moltissimi gli educatori e gli esperti di tutto il mondo che si occupano di studiare la relazione tra i genitori e i figli, cercando di fornire linee guida sempre più specifiche ed al passo con i tempi per evitare i conflitti.

Eppure sembra difficile arginare del tutto il problema perché anche con i figli più tranquilli, certe problematiche e incomprensioni si possono presentare. Senza considerare poi che per ogni generazione ci sono nuovi scogli da affrontare.

Confitti genitori e figli: problemi e soluzioni

Non è facile gestire i problemi con i figli. Nella maggior parte dei casi sono periodi di passaggio, i quali a un certo punto semplicemente finiscono e così come sono iniziati, se ne vanno. Altre situazioni sono un po’ più complicate e possono richiedere il bisogno di una figura come quella del mediatore familiare. Ma cosa fa nello specifico questa figura professionale?

Come leggiamo sul sito di una mediatrice familiare (clicca qui) che si occupa appunto di risolvere queste situazioni, l’obiettivo di questa figura è quello di riorganizzare le relazioni fra i membri della famiglia. Si tratta di una scelta importante perché il rapporto che si instaura tra il genitore e il figlio in età adolescenziale può arrivare a influire la vita adulta del ragazzo.

Quando iniziano le prime avversità?

La risposta è dipende. Possono insorgere prima oppure dopo l’adolescenza, così come nei casi più fortunati essere talmente lievi da non avere un peso rilevante nella vita familiare. Eppure, sembra sia difficile per i genitori raggiungere un dialogo con i figli.

Le visioni del mondo e delle priorità sono diverse, così come i caratteri. Trovare un punto d’incontro con il figlio può essere per il genitore uno dei lavori più estenuanti e non sempre è possibile riuscirci. Sembra che i figli iniziano a non sentirsi compresi già a partire dagli 11 anni, mentre i genitori iniziano a riscontrare i primi problemi qualche anno più tardi, nel periodo che coincide con l’inizio delle scuole superiori.

I principali problemi con i figli

Secondo un’indagine Eurispes dai 14 fino ai 19 anni vi sono una serie di scontri in famiglia, che fanno arrabbiare i genitori e allontanare di più i figli.

Il 60,5% dei genitori si lamenta del disordine dei propri figli in casa, mentre il 42% del fatto che non vogliono collaborare alle faccende domestiche. Il 27% invece dell’impegno dedicato allo studio, specialmente perché i voti non sono soddisfacenti molte volte.

Vi sono poi altre problematiche, seppur si presentano con una frequenza minore. C’è la poca puntualità, i problemi con il fumo e l’alcol, le cattive amicizie e il fatto che i figli spesso rispondono male e sono poco educati.

Come comportarsi con un bambino

Per stabilire la giusta comunicazione con un bambino dovete imparare a stabilire poche regole, però che siano chiare, cercando di mettere in evidenza l’aspetto positivo e non far vedere la cosa da fare come una punizione. Le istruzioni devono essere dettagliate e seguite da una buona motivazione. Dire semplicemente a un bambino di “fare il bravo” non lo stimolerà e non apprenderà dove ha sbagliato. Una motivazione viene memorizzata e tenderà la volta successiva a non commettere lo stesso errore.

Il bambino tende a imitare il genitore, perciò dovete essere voi a dare il buon esempio. Non volete che passi il tempo davanti allo smartphone o il tablet? Non fatelo nemmeno voi. La coerenza è importante e deve esservi anche nelle regole. Non ammettete eccezioni e come genitori restate schierati sempre dalla stessa parte. Non dimostrate di avere opinioni diverse davanti al bambino.

Infine dimostrate a vostro figlio che sbagliare è umano e c’è sempre modo di rimediare. Se avete sbagliato e commesso un errore con lui, perché non ammetterlo?

Come comportarsi con un adolescente

L’adolescenza presenta problemi differenti rispetto all’infanzia. Per questo motivo i comportamenti da adottare non sono gli stessi e devono adattarsi alle nuove criticità. Gli esperti definiscono il periodo adolescenziale quello più difficile di una persona, sia per lui che per i genitori che spesso non sanno bene come come gestirlo.

Questo è il momento in cui più di ogni altro dovete essere disposti ad ascoltare vostro figlio. E’ una fase delicata della loro vita e tendono ad essere insicuri di ciò che pensano e delle loro opinioni, per questo un adulto può aiutarli a capire se per esempio il loro ragionamento è più o meno valido.

L’adolescente ha bisogno di fiducia. Non riversate su di lui i vostri timori ma piuttosto rendeteli adulti responsabili attraverso compiti e cose da rispettare, tenendo di conto che possono fallire. Ecco, non fategli pesare questo fallimento. Dagli errori si apprende e ci siamo passati tutti.

Conclusioni

Ricordatevi che il vostro ruolo di genitori andrà avanti tutta la vita. Anche quando vostro figlio è un adulto avrà sempre bisogno di voi. Per questo motivo dovrete continuare a incoraggiarlo, supportarlo e offrirgli l’aiuto morale di cui ha bisogno.

Categorie: Curiosità

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